La storia del golf è ricca di sorprese e colpi di scena. Uno sport che sembrerebbe essere ancorato a tempi recenti, in realtà sembra fosse già praticato al tempo degli antichi romani, come vedremo approfondendone la storia. Certo a quei tempi non c’erano campi di oggi e i circoli, con tanto di bandiere personalizzate in tornei milionari, bandiere in cui compaiono sponsorizzazioni tecniche e non solo. Il principio del gioco, però, doveva essere lo stesso, ossia cercare di mandare in buca una pallina con una mazza, un bastone o qualcosa di simile.
Al tempo dei Romani questo gioco simile al golf si chiamava Paganica e come suggerisce il nome derivante dal termine pagus ossia capmagna, si svolgeva proprio all’aperto. Strumenti della partita erano bastoni e palle e si cimentavano legionari nelle terre dell’impero. Roma a parte, nasce una diatriba sull’origine del golf moderno che è contesa da Paesi Bassi e Scozia. Secondo gli storici sostenitori dell’origine olandese, a sostegno delle loro tesi ci sarebbero documenti di evidenza inctrovertibile. Secondo lo storico Steven van Hengel uno di questi documenti collocherebbe la nascita del golf proprio in Olanda nel 1297.
Sono meno i documenti a sostegno della via scozzese anche se una spiegazione di questo sarebbe dovuta allo scarso livello di alfabetizzazione nel tredicesimo secolo, periodo a cui risalirebbe l’origine scozzese dello sport. E questo spiegherebbe l’assenza di documenti scritti.
Secondo storici di fama l’invenzione del golf risalirebbe al 1413, anno successivo alla fondazione dell’Università di Saint Andrews.
In Italia, invece, il golf arriva nel Settecento e a introdurlo è il conte di Albany a Villa Borghese a Roma. Il primo campo da golf moderno fu fondato a Firenze e si chiamava Florence Golf Club risalente al 1889. La Federazione Italiana Golf, che disciplina lo svolgimento del gioco in Italia, è stata fondata a Milano nel 1927 e viene inquadrata fra le federazioni sportive del Coni.